Fausto Federico, 29 anni, istruttore di ginnastica correttiva, perseguitato da schiere di ragazzine innamorate, non ci sta a vivere le prossime elezioni da spettatore. Intenzionato ad approfittare dell’unico momento in cui il destino del paese è nelle mani del popolo ha organizzato nei giorni scorsi una riunione presso la sua abitazione per fare il punto della situazione. Spinto dai suoi “compagni”, come li chiama più in senso affettivo che politico, ha convocato, previa selezione, giovani e famiglie a cui ha chiesto di esprimere un pensiero sul mesto presente e - speriamo - più roseo futuro.
I punti all’ordine del giorno erano essenzialmente tre: individuare le problematiche legate al territorio, confrontarsi sulla scelta della lista da sostenere, valutare la possibilità di formare una nuova compagine composta esclusivamente da giovani.
Raggiunto telefonicamente dalla redazione ha messo a tacere le malelingue chiarendo il malinteso che lo vedeva contro la politica messa in atto da Altavilla Viva. Non completamente d’accordo sulle posizioni solo di alcuni, a suo dire telecomandati dai candidati, ha preferito prendere altra strada, forte della sua leadership e sicuro delle sue idee.
Lontano da ogni forma di campanilismo diffida però dai fantasmi della piana che compaiono nel capoluogo alla ricerca di voti giovani da sottrarre all’attuale vice-sindaco Baione maggiormente noto a più alta quota. Del resto Fausto, lamentando la cattiva amministrazione degli ultimi due mandati, ci tiene a spiegare che nulla va buttato ma, anzi, è dal buono che questi lasciano che bisogna ripartire: il bilancio risanato, nuovi acquedotti nel centro storico, il centro sociale per gli anziani, la raccolta differenziata, per fare un esempio.
E a chi lo incita invitandolo a “spaccare ‘tutt ‘i cose” lui risponde con la razionalità del disilluso invitando la sua gente alla riflessione per individuare con calma il sentiero che porta alla rinascita.
Prima regola: diffidare dalle promesse sbandierate al vento. Una volta eletti non si ricorderanno della luce davanti casa di Tizio o della strada da asfaltare in prossimità dell’ufficio di Caio. Un programma che miri al bene collettivo bisogna appoggiare, ne è certo. Si prevedono lunghi giorni di meditazione per questo “ragazzo semplice”, come si definisce, indeciso se cedere alle avances di Michele Gallo o a quelle del dirimpettaio Enzo Baione dopo aver già scartato, a priori, addirittura una terza richiesta.
La forza gliela danno i compagni, sottolinea, che gli hanno messo in mano il cuore e i sogni. Per loro lui si prodigherà, iniziando con avvisare i corteggiatori che sarà sempre una spina nel fianco del fortunato su cui dirotterà le preferenze. Che non credano di usarlo come contenitore di voti per poi mandarlo al macero a elezioni concluse, avverte con parole sue.
Non è un medico, non è un avvocato, ma ha volontà ed è in buona fede, che sono già cose rare. Cosciente che quelli come lui devono essere guidati da persone con esperienza, non teme di metterci la faccia e di pagare di tasca propria, come quando ha deciso di rassegnare le dimissioni dall’Altavillese Calcio per non darla vinta alle logiche distorte del mondo del pallone.
In sintesi, l’uomo giusto per il paese, a suo parere, deve essere in grado di far riappacificare il cittadino con il territorio, iniziando dagli under 30 che, costretti ad emigrare o ad alienarsi in un paese “fantasma”, hanno subito anche “danni psicologici” dall’amministrazione Di Feo.
Da dove iniziare? Agevolando il lavoro di chi ha investito risorse nel centro storico, vedi Ettore Camera e i Fratelli Baione, e non subissandoli con pretese folli. Giovani che hanno scelto di rimanere, proprio come lui, che spera in un futuro dal flusso invertito: amici che tornano e mai più ripartono.
I punti all’ordine del giorno erano essenzialmente tre: individuare le problematiche legate al territorio, confrontarsi sulla scelta della lista da sostenere, valutare la possibilità di formare una nuova compagine composta esclusivamente da giovani.
Raggiunto telefonicamente dalla redazione ha messo a tacere le malelingue chiarendo il malinteso che lo vedeva contro la politica messa in atto da Altavilla Viva. Non completamente d’accordo sulle posizioni solo di alcuni, a suo dire telecomandati dai candidati, ha preferito prendere altra strada, forte della sua leadership e sicuro delle sue idee.
Lontano da ogni forma di campanilismo diffida però dai fantasmi della piana che compaiono nel capoluogo alla ricerca di voti giovani da sottrarre all’attuale vice-sindaco Baione maggiormente noto a più alta quota. Del resto Fausto, lamentando la cattiva amministrazione degli ultimi due mandati, ci tiene a spiegare che nulla va buttato ma, anzi, è dal buono che questi lasciano che bisogna ripartire: il bilancio risanato, nuovi acquedotti nel centro storico, il centro sociale per gli anziani, la raccolta differenziata, per fare un esempio.
E a chi lo incita invitandolo a “spaccare ‘tutt ‘i cose” lui risponde con la razionalità del disilluso invitando la sua gente alla riflessione per individuare con calma il sentiero che porta alla rinascita.
Prima regola: diffidare dalle promesse sbandierate al vento. Una volta eletti non si ricorderanno della luce davanti casa di Tizio o della strada da asfaltare in prossimità dell’ufficio di Caio. Un programma che miri al bene collettivo bisogna appoggiare, ne è certo. Si prevedono lunghi giorni di meditazione per questo “ragazzo semplice”, come si definisce, indeciso se cedere alle avances di Michele Gallo o a quelle del dirimpettaio Enzo Baione dopo aver già scartato, a priori, addirittura una terza richiesta.
La forza gliela danno i compagni, sottolinea, che gli hanno messo in mano il cuore e i sogni. Per loro lui si prodigherà, iniziando con avvisare i corteggiatori che sarà sempre una spina nel fianco del fortunato su cui dirotterà le preferenze. Che non credano di usarlo come contenitore di voti per poi mandarlo al macero a elezioni concluse, avverte con parole sue.
Non è un medico, non è un avvocato, ma ha volontà ed è in buona fede, che sono già cose rare. Cosciente che quelli come lui devono essere guidati da persone con esperienza, non teme di metterci la faccia e di pagare di tasca propria, come quando ha deciso di rassegnare le dimissioni dall’Altavillese Calcio per non darla vinta alle logiche distorte del mondo del pallone.
In sintesi, l’uomo giusto per il paese, a suo parere, deve essere in grado di far riappacificare il cittadino con il territorio, iniziando dagli under 30 che, costretti ad emigrare o ad alienarsi in un paese “fantasma”, hanno subito anche “danni psicologici” dall’amministrazione Di Feo.
Da dove iniziare? Agevolando il lavoro di chi ha investito risorse nel centro storico, vedi Ettore Camera e i Fratelli Baione, e non subissandoli con pretese folli. Giovani che hanno scelto di rimanere, proprio come lui, che spera in un futuro dal flusso invertito: amici che tornano e mai più ripartono.
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